Tutta l'Alta Valle del Velino è famosa, oltre che per l'incantevole paesaggio, anche per gli speciali frutti della generosa terra e per le sue affascinanti tradizioni che la rendono ancor più nobile e preziosa. Il museo civico delle arti e delle tradizioni popolari a Micigliano, inaugurato nel 1997, nasce proprio a testimonianza della tradizione agricola e pastorale di questo magnifico territorio.
Il museo è organizzato attraverso un percorso espositivo che, gradualmente, procede passando dall'ambiente esterno dei monti, dei boschi e del faticoso lavoro dei campi, all'ambiente urbano, fino a trasportarci nel nucleo stesso delle mura domestiche. Ogni parte del museo, viene così dedicata ai mestieri più faticosi e redditizi di un tempo, oramai rari, o persino scomparsi, come il boscaiolo, il falegname, il fabbro, l'agricoltore e il pastore. In ogni settore vengono esposti gli strumenti più originali e autentici di ognuno di essi. Si passa così, per il settore agricolo ad esempio, all'esposizione dei più antichi aratri in legno a quelli più recenti in ferro, come anche alle tregge, carri agricoli senza ruote simili a slitte che poggiano su due stanghe trainate da una coppia di buoi . Al falegname, è dedicato ogni angolo del museo dove vengono presentate arche e casse di diverse dimensioni ognuna delle quali possiede la funzione di conservare cose diverse, dalle granaglie per quelle più grandi, al pane per le medie, al corredo per le più piccole. Del fabbro vengono, invece, riportati attrezzi come il mantice per la fucina, le tenaglie, le lime, i trapani, gli stampi per la fabbricazione dei chiodi utilizzati per svolgere l'attività di maniscalco o per la costruzione di strumenti agricoli (come zappe, vanghe ecc...).
Un' altra testimonianza delle attività produttive e redditizie del luogo, la vinicoltura, è l'abberrocchio, un rudimentale torchio utilizzato per la pigiatura dell'uva.
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Nei pressi di Micigliano e dintorni, inoltre, troviamo una delle più grandi risorse della madre terra, le castagne. La loro coltivazione era divenuta una ricchezza economica e non solo per i paesi dell'alta vallata ed è proprio il museo che ce ne da testimonianza esponendo arnesi come rastrelli e ramazze utilizzati per pulire il terreno, molle per estrarre più facilmente le castagne dai ricci, cesti e panieri per la raccolta e il trasporto dei frutti, così come i graticci per la cottura delle castagne sul fuoco del camino. Nella sezione tessitura e filatura troviamo l'affascinante telaio con tutti i suoi componenti come i pettini, la cassa, i licci, i subbi, le navette e le spole e con tutti gli altri strumenti che servivano per il confezionamento degli abiti e della biancheria come le rocche, gli aspi, i fusi e i filatoi. Il percorso espositivo si conclude all'interno della parte più vissuta ed utilizzata della casa, la cucina con tutti i suoi utensili ed il suo caldo focolare dove le famiglie, in Inverno amavano e tuttora amano trascorrerci gran parte della giornata. Per restare ancora nella tradizione, ogni cucina, voleva sul suo camino la rata, un piano ad intreccio utilizzato per riporre le castagne ad essiccare. Il museo, comprende anche un'interessante sezione fotografica dove sono riportate le scene di vita economica e sociale di Micigliano, i ritratti di famiglia, le feste patronali, il lavoro e tutto ciò che di più bello possa riuscire ad essere rievocato in memoria di un'era da non dimenticare, un'era che ha portato e si spera porterà, molta ricchezza per l'Alta Valle del Velino.
Indirizzo: Via dei Campi, 02010 Micigliano (ri) Telefono: 0746/ 577893 Prenotazione: obbligatoria Ingresso : 1€ Tipo di museo: etnografico Accessibile per i disabili In estate visite possibili anche Sabato e domenica
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