La saltarella
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L'organetto, accompagnato dal tamburello e ciaramelle, suona una musica dal ritmo sempre più incalzante e con questa musica coppie di ballerini eseguono passi sempre più veloci con le gambe che saltano, si accavallano, battono i tacchi a terra tanto velocemente che non si capisce come certi movimenti vengano eseguiti. Il cavaliere insegue la dama, lei si fa desiderare, non ci sta, ma poi accondiscendente accoglie il cavaliere nel suo ballo. È il saltarello, un ballo tipico delle regioni dell'Italia centrale dove, a seconda delle zone, ad una struttura coreografica simile si accostano elementi di variazione nei passi e nelle figure. In particolar modo è diffuso in Abruzzo dove si usa la forma al femminile Saltarella secondo un'usanza diffusa nel Regno di Napoli, così come per la Tarantella, la Pizzica, la Tamurriata ecc. con le quali ha anche una certa affinità. Anche nell'Alta Valle del Velino, fino all'inizio del secolo scorso sotto la regione abruzzese, il ballo viene detto al femminile. La sua origine dovrebbe essere antichissima, addirittura risalente al genere "saltatio" dei latini, il ballo più diffuso sin dai primi secoli di Roma. In un passato non molto distante era un ballo praticato in ogni occasione festosa della vita del popolo: matrimoni, feste, carnevali, l'uccisione del il maiale, la vendemmia, la mietitura ecc. Era uno dei pochi momenti in cui due giovani innamorati potevano incontrarsi pubblicamente e mostrare la loro passione. Infatti la Saltarella è sostanzialmente è un ballo di corteggiamento inserito in una sfida tra molti. Le coppie si dispongono su un cerchio e, a turno, si portano al centro per eseguire il rito della seduzione, l'avvicinamento tra amanti è sotto gli occhi di tutti. |
Le coppie si danno costantemente il cambio in una sorta di gara di resistenza che aumenta al ritmo incalzante della musica. Quando sono all'interno del cerchio i due "amanti" non si toccano, ma si sfiorano con continue allusioni mentre disegnano a terra continui piccoli cerchi antiorari lungo un circolo più ampio anch'esso antiorario. le coppie di ballerini si rivolgono sempre lo sguardo sorridendo, con continui ammiccamenti e provocazioni, l'uomo cerca in ogni momento di avvicinarsi alla donna, la quale, inizialmente si sottrae facendosi desiderare, ma poi si riavvicina mostrando di gradire le galanterie del suo pretendente.
La caratteristica principale che la dagli altri balli popolari, è la postura del corpo, rigida e ferma sul tronco tranne la figura finale chiamata “girata o struscio” la coppia compie due o tre giri ma senza girare sul proprio asse di ballo. Le prime tre figure del ballo sono il “il passo d'invito” segue il “passo base” che è una sorta di pedalata al contrario, e lo “spuntapiè”, che precede la “girata”, un solo piede avanza ritmicamente mentre l'altro rimane sul posto alternano le battute. Lo schema di ballo è rappresentato da coppie che si alternano, una alla volta all'interno di un cerchio di persone, trattasi anche di ballo di corteggiamento, spesso durante il ballo avviene “la cacciata”, una donna oppure un uomo entrando all'interno della coppia fa uscire l'uno o l'altra, proseguendo il ballo riprendendolo dall'inizio, finchè non si arriva alla “girata” è possibile che questo tipo di scambio avvenga, per lo più a titolo di sfida tra i danzatori/ci, sfida rivaleggiante, di corte, o più spesso scherzosa ma anche in presenza di una coppia donna/donna in modo da ristabilire la “regola”. Nella zona dell'Alta Valle del Velino, la Saltarella è un'arte che appassiona sin da bambini. La maggior parte degli abitanti la sa ballare, chi più chi meno abilmente, e le occasioni in cui cimentarsi in questo ballo sono frequenti: non c'è festa di paese dove manchi l'organetto e la saltarella, ma anche feste private e semplici serate tra amici. |
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