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Salaria: per capire - Storia della Via Salaria
La Via Salaria unisce Roma al mare Adriatico, attraversando le tortuose montagne appenniniche e deve il suo nome all'utilizzo che se ne faceva sin dall'antichità: il trasporto del Sale. È sicuramente tra le più antiche strade dei Romani; se ne hanno notizie certe a partire dal IV secolo a.C. anche se si ipotizza che la via originaria sia di molto antecedente. L'attuale tracciato segue la Salaria Nova costruita allo scopo di accorciare il percorso subito dopo Roma ai tempi dell'imperatore Nerva (96-99 d.C.). La Salaria era originariamente una via di comunicazione che univa Reate (Rieti) e la Sabina con Campus salinarum, l'attuale Porto d'Ascoli, dove veniva prodotto il sale, una risorsa fondamentale per l'alimentazione e la conservazione dei cibi. Il suo commercio era dunque molto importante e fiorente e i sabini si servivano di questa via per trasportare l'essenziale risorsa. Quando i Romani soggiogarono i Sabini, prolungarono la Salaria fino a Roma formando così un'unica via che metteva in comunicazione il Tirreno e l'Adriatico. Fu Augusto ad estendere il nome all'intero tragitto. E' stata teatro di molti fatti capitali nella storia. La percorsero i Galli nel 394 a.C. che prima di entrare a Roma si accamparono al II miglio. Su questa via gli stessi Galli vinsero i Romani al IX miglio. Annibale la percorse con 2000 soldati a cavallo fino alla Porta Salaria da dove lanciò una lancia su Roma. Come le altre consolari romane, col tramontare del mondo antico, la Salaria fu lasciata in abbandono fino quasi a ridursi a un sentiero. Verso l'anno 1000 il rifiorire dell'agricoltura e del commercio fece rinascere i traffici dando nuova vita alle strade maggiori. Di nuovo nel '600 il tracciato integrale della Salaria non era più ne determinato ne conosciuto, ma solo congetturato. In pratica era un insieme di tronconi a se stanti. Il percorsoDalle mura aureliane di Roma usciva attraverso la Porta Salaria, costeggiando l'attuale Villa Ada, si dirigeva verso il baluardo del Forte Antenne (Antemnae). Attraversato l'Aniene (l'antico Teverone) con il Ponte Salario e superata la vicina torre medievale a sinistra, tra il IV e il V miglio, giungeva ai colli di Villa Spada e di Fidene (Fidenae). Quindi la strada proseguiva verso Settebagni (Septem balnea), poi saliva verso la collina della Marcigliana Vecchia dove si trovava l'antico insediamento latino Crustumerium. Più avanti superava Monterotondo (Eretum) e quindi il passo sul torrente Corese (Passo Corese). Proseguendo incontrava Borgo Quinzio, Torricella e Poggio San Lorenzo.
Fonti: Viaggio archeologico sulla via Salaria di Niccolò Persichetti
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