Udrivolf Pica, un sogno a portata di mano
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Capita che mentre tutto scorre quasi impassibile in questi nostri territori assopiti, qualcuno che qui è cresciuto corra e spicchi il volo. Capita di trovarlo tra le pagine di un quotidiano, una mattina, come tante facce che vedi ogni giorno e hai imparato a conoscere da li. Ma stavolta è diverso. Il volto lo conosci da prima, e ritrovarlo protagonista di una bella intervista che parla di "cervelli italiani in fuga" non può che farti esclamare parole di contentenza, come se ci fossi tu su quel giornale. Anche se poi è una conoscenza marginale, ma sai che quel ragazzo proviene da vicino casa tua e dici al tuo collega: "guarda, questo ragazzo è del mio paese... guarda dove è arrivato!". Questo si chiama orgoglio.
Così è da parte di tanti concittadini di Udrivolf Pica, ragazzo 25enne originario di Villa Camponeschi, nel Comune di Posta, che da anni sta seguendo la sua bella carriera fatta di una laurea in ingegneria aerospaziale, studi brillantemente portati a termine, riconoscimenti, master ed esperienze all'estero a livelli altissimi come la NASA e in ultimo approdato a Mosca tra le menti più brillanti del mondo.
Riportiamo di seguito l'articolo intero comparso Giovedi 29 maggio 2014 su Repubblica.
Tanti complimenti Udri e mostraci sempre che le stelle che vuoi raggiungere possono nascere anche qui tra queste montagne!
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IL COSMO, UN SOGNO A PORTATA DI MANO
C’è un posto, a Mosca, dove si disegna il futuro a tavolino. Ci si arriva a bordo di vecchi bus che operano da taxi collettivi, attraversando i viali che conducono alla periferia ovest della capitale. <<Qui progettiamo le missioni spaziali del futuro. Ma diversamente da quello che ci si aspetta, in questi laboratori dal design innovativo non c’è nulla di fantascientifico>>. Udrivolf Pica, italiano di 25 anni, una laurea in ingegneria aerospaziale e un nome che rende omaggio a un filosofo tedesco quasi del tutto sconosciuto, a Skolkovo – la Silicon Valley russa che punta ad attirare le menti più brillanti del mondo – ci è arrivato in una fredda giornata di febbraio.
<<D’altronde se si vuole inseguire un sogno, bisogna andare dove ci sono i soldi e la voglia di investire per realizzarlo>>.
E così, dopo una laurea in ingegneria aerospaziale, due esperienze alla NASA e due master (uno in Space Engineering conseguito in Italia e l’altro in Space Management ottenuto in Francia), è arrivato il biglietto per la Russia. Ovviamente sola andata. <<Resterò qui almeno tre anni e in questo periodo il mio lavoro sarà quello di studiare nuovi concept e nuovi metodi per migliorare il design preliminare delle missioni spaziali del futuro. L’obbiettivo è semplice: meno costi, migliori performance>>.
Nello specifico si tratta di realizzare la prima "Concurrent Engineering Design Facility", ovvero un ambiente di lavoro dove tutte le attività vengono eseguite in maniera parallela da un team multidisciplinare, un sistema che permette di ottenere design migliori in termini di performance. <<Riducendo i tempi di design preliminare della missione, anche i costi si riducono>>, spiega. Parallelamente sta definendo il "Federated Satellite Systems", grazie al quale sarà possibile realizzare l'equivalente del "cloud computing" in orbita, tramite la condivisione di risorse come link, immagazzinamento dati e potere al computazionale. <<Questo sistema potrebbe rivoluzionare l'approccio all'industria spaziale e permettere missioni per ora irrealizzabili>>.
Il progetto gestito in collaborazione con il Mit di Boston, coinvolge un team internazionale, composto soprattutto da russi e americani. <<Sono tutti ragazzi preparatissimi, in particolare i russi - spiega. Le mie giornate a Skolkovo si dividono fra il lavoro che sto realizzando per una ricerca e la partecipazione ad alcuni corsi di approfondimento. Parallelamente seguo gli studenti di un master e, se necessario, affianco un team di ragazzi che collaborano ad altri progetti. Dal punto di vista lavorativo non ho notato sostanziali differenze rispetto agli altri gruppi internazionali con i quali ho collaborato>>.
La lingua comune ovviamente non può essere che l’inglese. <<Il russo è ancora un ostacolo che prima o poi dovrò superare, perché fuori Skolkovo sono pochi quelli che parlano altre lingue>>.
Idee, innovazione, menti fresche e voglia di investire. Skolkovo gioca la carta dei giovani. <<Il vero potenziale di questo luogo sta nel fatto che non ci si limita alle fasi di studio e progettazione dei lavori, ma ogni progetto è strettamente collegato ad attività imprenditoriali>>. Una filosofia che suggerisce amari paragoni con l’Italia. <<Nel campo spaziale la situazione nel nostro Paese non è rosea: anche le aziende più grosse offrono scarse possibilità di fare carriera. Non ci sono soldi. Non si fanno investimenti. In Russia, invece, a questo settore vengono destinate ancora molte risorse.>>. Il futuro per Skolkovo ì, è ancora tutto da scrivere. <<Camminando per questi viali si ha l’impressione di attraversare un territorio desolato. La struttura, infatti, non è ancora finita del tutto: manca il campus, che sarà completato nel giro di un anno.
Repubblica, 29/05/2014
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