Torna la diatriba di Santogna tra Leonessa e L'Aquila
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Santogna, riserva naturale di 600 ettari, demanio del comune di L’Aquila in territorio Laziale, più precisamente in quello di Leonessa è dal 1927 oggetto di contesa tra le due amministrazioni che ne reclamavano il possesso fino alla sentenza di cassazione degli anni ’90 che sanciva la vittoria della causa abruzzese. Oggi se ne torna prepotentemente a parlare a dimostrazione che la faccenda è tutt’altro che sopita. A scatenate la nuova contesa la decisione ad inizio marzo da parte di L’Aquila di installare una sbarra di delimitazione presso la strada vicinale Santogna-Albaneto, nei boschi di Santogna. Qualche giorno fa la reazione del Sindaco di Leonessa, Trancassini, che con una ordinanza comunale indirizzata direttamente all’omologo Massimo Cialente dispone l’immediata rimozione della sbarra. In caso contrario, sarà lo stesso comune di Leonessa a provvedere la rimozione della sbarra con conseguente addebito delle spese. «La gestione della Riserva di Santogna è una materia troppo importante per essere delegata ai funzionari. Sono anni che chiediamo a L’Aquila di ragionare insieme su come gestirla. Eravamo pronti a pagare noi un canone, tante sono le attività che vi si possono fare e tanti i danni fatti da gestioni affidate di volta in volta a singoli agricoltori. Non c’è stato niente da fare». La barra impedisce la libera circolazione dei pastori e soprattutto l’impossibilità dei mezzi antincendio di intervenire in caso di bisogno in un’area definita nella stessa ordinanza “altamente a rischio incendi”. Qualche anno fa fu anche firmato un protocollo di intesa tra i due comuni ma oggi appare evidente l’assenza di volontà da parte di L’Aquila di arrivare a un qualche accordo. Alle dichiarazioni del sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini risponde Paola Giuliani, dirigente del settore Ambiente del Comune di L’Aquila. |
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