L'istrice
Natura - Fauna |
L'istrice crestata appartiene alla famiglia degli Istricidi, è un roditore di mole cospicua (il più grosso in Europa) caratterizzato dall'avere il corpo e la coda ricoperti da aculei rigidi, erettili e di lunghezza variabile nonché da robuste setole flessibili. Quest'ultime sono particolarmente lunghe sul capo e sulle spalle tanto da formare delle vere e proprie creste (da qui il nome specifico); inoltre portano all'estremità della coda un ciuffo di brevi aculei, attaccati alla pelle a mezzo di uno stelo sottile. Per natura tranquillo, quando si sente minacciato l'istrice drizza la criniera e gli aculei del dorso, facendo vibrare il sonaglio caudale: in questa fase, a volte, alcuni aculei si possono staccare, alimentando la credenza popolare che gli istrici sparino gli aculei contro il nemico. Se questo ancora non si spaventa, l'istrice volge le terga e rincula verso di lui procurandogli serie ferite, dovute alla pericolosa capacità penetrativa dei suoi aculei, che possono raggiungere anche i dieci centimetri di profondità. L'istrice è diffuso nell'Africa settentrionale e anche nell'Italia centrale e meridionale, dove venne probabilmente introdotta in epoca romana. In particolar modo lo troviamo nella Maremma toscana, nell'Agro romano, in Campania, nelle Puglie, in Calabria e in Sicilia. È un animale molto schivo che ama i luoghi solitari boscosi e cespugliosi, dove a zone collinari si alternano campi coltivati, dense macchie e profonde forre. Come rifugio questi animali preferiscono occupare, ove possibile, qualche cavità naturale del terreno, delle rocce o tane abbandonate da altri mammiferi. Se queste non sono disponibili, si scavano tane proprie quasi sempre nel folto di un bosco e con più di un accesso, di norma, ben celato ove la vegetazione è più intricata. Se non disturbate, gli istrici occupano la tana anche per lunghi periodi e spesso, in corrispondenza degli accessi alla tana, si osservano dei cumuli di terra di scavo, aculei e avanzi di cibo. Di frequente, tra questi avanzi, si trovano ossa e corna di mammiferi rosicchiati: questa è una loro necessità, in quanto essendo roditori devono usurare i propri denti incisivi su un substrato duro. Gli istrici si cibano di radici di vario tipo, di cortecce e di frutti caduti al suolo. In alcune zone dell'Italia centrale si possono osservare di frequente i danni che l'istrice procura nei campi di granturco quando, in tarda estate, le cariossidi sono ancora dolci e lattiginose. Nelle stesse zone, l'istrice fa danni gravi quando entra in un vigneto ove l'uva è matura. Questo animale ne è ghiottissimo e il suo modo tipico di farne scorpacciate, consiste nel prendere a piena bocca i grappoli più bassi e risucchiarne gli acini senza staccare il graspo dalla pianta. |