La genziana
Natura - Bosco e dintorni |
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Le enormi distese di prati e di pascoli di cui l'Alta Valle del Velino è ricca, in primavera si tingono anche del giallo dei fiori della Genziana Maggiore. Se ci si trova nella zona, inoltre, è divenuto quasi un rito per i padroni di casa o per i ristoratori offrire il liquore della genziana "fatta in casa" agli ospiti dopo aver mangiato, quasi come simbolo di genuinità, qualità e unicità che caratterizzano questa valle.
La genziana si raccoglie in primavera (marzo-aprile) o in autunno (settembre-ottobre), ma attenzione perché essendo una specie protette la sua raccolta è vietata in molte regioni o regolamentata da apposite leggi. Subito dopo la raccolta la radice della genziana va semplicemente pulita dalla terra senza essere lavata, e necessariamente essiccata al sole, fino a raggiungere all'interno il classico colore giallo, altrimenti anch'essa risulta velenosa. La conservazione avviene in sacchetti di carta o tela o in recipienti di vetro dotati di buona chiusura, riposti, poi, in luogo asciutto.
La radice di genziana, ha molte virtù salutari grazie anche al suo sapore amaro che gli conferiscono i numerosi principi attivi che contiene. Tra i più importanti: la gentianina (alcaloide) l'amarogentina la sostanza più amara conosciuta, la gentiopicrina (glicoside) e molti altri. Possiede proprietà tonico-stimolanti, febbrifughe, vermifughe ed antifermentative, stimolanti dell'apparato digestivo grazie all'aumento della secrezione dei succhi gastrici. Questa radice permette, inoltre di curare inappetenze e apportare benefici nelle malattie di natura nervosa. Esternamente viene utilizzata per curare ferite ed ustioni e nei prodotti medicinali, per la disassuefazione dal fumo. Il nome "Genziana" viene fatto risalire a Gentius, re dell'Illiria, il primo a scoprire le proprietà benefiche di questa pianta ed il primo ad usufruire della sua radice per curarsi dalla febbre. |