La chiesa di San Felice
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La chiesa del Santo Patrono di Posta, San Felice, risale al 1300, a cura del Rettore Antonio, come si evince da un'inscrizione scolpita all'ingresso della chiesa. Fu ricostruita dopo essere crollata a causa di un terremoto che aveva distrutto buona parte dell'allora centro abitato di Machilone. Gli abitanti si trovavano all'epoca alle prese con la costruzione del nuovo centro abitato e ancor prima che questo fosse ultimato, iniziarono la ricostruzione della chiesa. Questo testimonia la grande devozione del popolo per questo santo. La chiesa fu edificata molto celermente anche perché, proprio in quell'anno, Papa Bonifacio VIII indisse il primo Giubileo della storia e i pellegrini che si recavano a Roma, detti "romei", provenivano da molto lontano percorrendo strade che presero il nome di vie "romee"; la Salaria era una di queste, quindi la chiesa doveva servire come tappa di ristoro e conforto per i pellegrini. Per la sua costruzione furono usate anche pietre dell'ormai perduto castello di Machilone ancora distinguibili nelle pareti della chiesa. Allo stesso modo furono usate pietre provenienti dall'Antica Via Salaria romana che vi passava proprio sotto. Nella facciata è visibile un frammento di iscrizione, con le lettere finali: TIUS. All'interno della chiesa si distingue un quadro posto sopra l'altare che rappresenta San Felice come patrono di Posta, in quanto questa è visibile sullo sfondo, che lotta contro un drago/demonio proteggendola dal male. Il santo usa un bastone per colpire il male in quanto la tradizione Postarola lo vuole boscaiolo (cosa non veritiera). Ai lati dell'altare le statue di San Mauro e Santa Eufrasina, genitori di San Felice. La statua di San Felice originale fu sostituita per volere del vescovo di Cittaducale, che durante la Visita Pastorale del 1663 la ritenne non abbastanza bella. L'attuale statua che lo rappresenta vestito da soldato romano è una copiatura poco fedele del quadro che sta sopra l’altare, con l'aggiunta dell''accetta in mano. Vi erano anche degli altari laterali che furono demoliti negli anni '60. Il violento sisma che nel 1997 ha provocato ingenti danni in Umbria e ad Assisi, ha causato anche il dissesto della Chiesa di San Felice che, dopo aver versato in fatiscenti condizioni, è stata finalmente riportata all'antico splendore con lavori di consolidamento e restauro che si sono conclusi nel 2014. La festa in onore di San Felice si svolge a Posta il 16 giugno. La storia di SAN FELICEIl culto di San Felice e di suo padre Mauro nasce in Val di Narco, vicino Perugia, dove i due migrarono da Cesarea di Siria per dedicarsi a vita anacoretica e per debellare il mitico dragone che infestava la contrada. Il drago ucciso potrebbe essere la metafora dell’eresia pagana sconfitta o di una palude mefitica bonificata. La leggenda narra che, nel V secolo, trecento eremiti siriani vennero in Italia a causa di dissidi interni sorti tra loro; alcuni di questi si fermarono in Valnerina ed erano: il giovinetto Felice, il padre Mauro e la nutrice, in quanto la madre Eufrasina era voluta rimanere in Siria. Qui edificarono un eremo in prossimità del fiume Nera e la gente del posto li pregò di liberarli da un pestifero dragone, che con il suo alito ammorbava l’aria e non li faceva più vivere nella valle. Felice, presa una lancia, andò presso la grotta dove viveva il drago, lo uccise e ne gettò il corpo nel fiume purificandolo, poi piantò la lancia in terra che subito germogliò a segno della bonifica per gli abitanti della zona. In seguito San Felice operò anche altri miracoli, come la resurrezione di un figlio unico di una madre vedova, il quale, insieme con l’altro dell’uccisione del drago, è raffigurato in un bassorilievo della facciata della chiesa. La sua morte avvenne il 16 Giugno del 535, insieme con quella della sua nutrice, preavvisato da un Angelo e munito dei sacramenti conferitigli dal padre, quindi consacrato sacerdote. L’introduzione a Posta della devozione al Santo si spiega facilmente con la vicinanza della diocesi di Spoleto e l’appartenenza per secoli allo stesso Ducato.
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Dove si trova: Posta Fonti: Posta nell'Alta Valle del Velino di Don Giulio Mosca |